Mi chiamo Federica, sono italiana (di Torino per l’esattezza) e quest’anno ho festeggiato i miei 20 anni. Ho sempre amato viaggiare, fin da quando ero piccola. La mia paura è sempre stata quella di non averne la possibilità (soprattutto economica), ma ben presto ho avuto le mie occasioni ed ho realizzato che non c’è sempre bisogno di soldi per viaggiare, soprattutto quando viaggiare significa vivere in un Paese straniero, viverlo davvero nella vita di tutti i giorni.
Ecco che a 17 anni sono partita per un anno in Cina, un anno di liceo, una vita intera racchiusa in un anno. Questa esperienza non ha fatto altro che far crescere in me la voglia di andare, poco importa dove. Ma andare. Ecco perché un anno dopo essere tornata, dopo la maturità, mi sono iscritta all’università in Francia.
Certo, le università ce le avevo anche in Italia, ma i prezzi? Ammetto che un paio di università che avrei volentieri frequentato erano proprio in Italia (Venezia ad esempio, o Trieste), ma i prezzi erano troppo alti, senza contare che avrei dovuto vivere in un’altra città. Mi sono detta, perché non fuori dall’Italia? Perché non conciliare questo mio desiderio di essere altrove con lo studio?
Ho scelto la Francia per un’infinità di motivi. Tanto per cominciare avevo già studiato la lingua e la parlavo già bene, il che non può che aiutare. L’università mi è costata solo 200 euro!! Per l’anno intero. E non solo… gli aiuti per vivere, pagare l’affitto sono molti. Insomma, ho speso e fatto spendere alla mia famiglia molto meno studiando in Francia che se avessi studiato in Italia. Un po’ triste doversi dire che in Italia studiare sta diventando sempre più un privilegio che un diritto.
Ultimo motivo, il mio ragazzo è francese. L’ho conosciuto in Cina e dopo un anno di relazione a distanza, mi sono detta: tanto vale andare a studiare nella sua città!
Le mie aspettative erano di studiare, poter trovare un lavoro part-time per poter essere indipendente, vivere un’esperienza di vita prima ancora che di viaggio, e non sono per niente delusa. Dopo una settimana in Francia ho trovato un lavoro part-time, con contratto a tempo indeterminato. Non mi piace fare paragoni del genere, ma so che in Italia non sarebbe successo. Lo so perché ho amiche che sono rimaste in Italia e l’unica che ha trovato un lavoro è (sotto)pagata in nero.
Mi sento di essermi integrata alla perfezione e, come dico spesso, l’integrazione deve prima passare dai sacrifici. E’ inevitabile perdere alcune abitudini che si avevano nel proprio Paese, ma non si deve mai e dico mai pretendere che il proprio Paese sia migliore in tutto e per tutto, né viceversa. Ogni Paese è diverso dall’altro, ma diverso non significa né migliore né peggiore. Una volta accettato ciò, si può vivere in serenità la propria esperienza. Ti manca la pizza? Ti manca il bidet? Ci sono tantissime altre cose da scoprire nel Paese dove vivi e, se mai tornerai in Italia, sono proprio quelle che ti mancheranno di più.
Un consiglio a chi vuole partire? Non farlo perché odi il tuo Paese o perché vuoi scappare, perché con un tale spirito non riuscirai mai ad apprezzare un altro Paese. Comincia con l’apprezzare il tuo, anche se pieno di difetti. E poi parti, parti con la voglia di vedere, di imparare e di scoprire. Mischiati alle nuove culture che incontrerai, ognuna potrà insegnarti qualcosa, arricchirti. Solo così il tuo viaggio avrà avuto un senso. Così nasce un vero “multicoolty”, dal mischiarsi. Se mai un giorno avrò dei figli, è questo che insegnerò loro, a mischiarsi. A non aver paura del diverso, ma anzi, che il diverso è ciò che c’è di più bello. Questo vorrei insegnare ai miei figli se mai ne avrò, e il fatto di parlare più lingue fin da piccoli li aiuterà a non vedere le barriere che noi, i grandi, abbiamo messo tra culture diverse. Queste barriere sono destinate a rompersi, ma nel frattempo dobbiamo fare lo sforzo di scavalcarle.
Federica è, inoltre, la responsabile di Multicoolty France nato ai primi di agosto. 🙂 Benvenuta Federica !!!