Ciao a tutti, mi chiamo Fabrizio e sono un infermiere professionale.
Di cosa ti occupavi in Italia?
In Italia, una volta terminato il mio percorso di studi, ho sempre lavorato con una certa continuità in ospedale ma sempre con contratti a tempo determinato (sostituzioni maternità o malattia) fino ad ottobre del 2011, quando il contratto non è stato più rinnovato. Da questo momento in poi è stato impossibile per me lavorare, ho provato a partecipare a diversi avvisi pubblici (5 posti per 60000 candidati circa), e le uniche offerte lavorative erano da parte di cooperative che pagavano sempre con mesi di ritardo, o contratti part time sempre tramite agenzie nel nord Italia. Nel frattempo ho anche conseguito un master in “management e coordinamento nelle professioni sanitarie”, ma non è servito a nulla.
Cosa ti ha spinto ad andare all’estero?
Ho deciso di partire con la mia compagna ed i nostri due cani nel giugno del 2013, visto che oramai ero disoccupato da più di un anno (è stato frustrante vedersi scavalcare in graduatoria da persone che avevano le “giuste spinte”) e che lei lavorava come estetista con un contratto non a regola e percependo lo stipendio con mesi di ritardo. Non potendo fare progetti concreti per il futuro abbiamo deciso di giocarci le nostre carte altrove, di fatto posso tranquillamente affermare di essere rimasto deluso, amareggiato, disgustato dall’Italia.
Abbiamo scelto l’Inghilterra e più precisamente Newcastle, perché un mio ex compagno di università si era trasferito lì da poco più di un anno e si trovava abbastanza bene. Fuori dall’Italia ci aspettavamo di trovare un Paese normale, dove sarebbe stato possibile trovare un lavoro stabile, avere dei figli, una casa, essere felici insomma.
Le vostre previsioni sono state soddisfatte?
Si, le nostre previsioni sono state pienamente soddisfatte.
Conoscevi già la nuova lingua?
No, avevo una conoscenza scolastica della lingua inglese (ossia molto bassa).
Di cosa ti occupi a New Castle?
Inizialmente ho iniziato a lavorare come care worker, (l’equivalente dell’ OSS in Italia) per via della mia scarsa conoscenza della lingua, in una casa di riposo. Dopo un paio di mesi il manager di allora mi offrì un posto come infermiere ed accettai subito. Da un anno e mezzo lavoro in un ospedale pubblico non lontano da casa. La mia compagna lavora in un bar in centro e continua a lavorare in proprio come estetista.
Quali sono state le difficoltà iniziali e come le hai superate?
Beh, la difficoltà più grande è stata senza dubbio la lingua. E’ stato molto frustrante, soprattutto in ambito lavorativo è stata davvero dura all’inizio, non avendo trovato colleghi così disponibili e comprensivi.
Vi sentite integrati?
Ci siamo integrati abbastanza bene, diciamo dopo qualche mese ci sentivamo come a casa. Sicuramente il fatto di essere partiti in due ci ha aiutato molto.
Cosa ti piace e cosa meno di New Castle?
Sembra una risposta alquanto scontata ma la cosa che meno mi piace è il clima e la cucina, anche se si trovano ristoranti italiani abbastanza buoni. E’ comunque un compromesso per nulla pesante da pagare. Qui abbiamo detto addio alla burocrazia, alle file chilometriche alla posta, tutto funziona online, tutto è più veloce. Per fare un esempio, quando abbiamo richiesto la patente, è bastato compilare un modulo online e dopo una settimana ci è arrivata per posta. Gratis. Cambiare lavoro è normalissimo, così come avere un contratto a tempo indeterminato (il famoso “posto fisso” qui non ha motivo di esistere). Io stesso ho cambiato tre posti di lavoro in tre anni.
Vi manca la vostra città natale?
La nostra città natale non ci manca affatto. Ovviamente ci manca la famiglia e gli amici più stretti, ma la nostra vita è qui adesso.
Cosa diresti a chi è rimasto nella tua città natale e quali consigli a chi vuol vivere fuori dall’Italia?
Sinceramente non ho niente da dire a chi è rimasto nella mia città natale. Ognuno deve scegliere di fare quello che lo rende felice. Noi non eravamo felici ed abbiamo deciso di andarcene. A chi decide di vivere fuori dall’Italia, consiglio di rimanere sempre umile e di lavorare sodo. Fuori la meritocrazia esiste.
Pensi mai di ritornare un giorno?
No, non pensiamo di ritornare. Il nostro futuro ce lo immaginiamo qui, le nostre figlie cresceranno qui, saranno bilingue ma ovviamente cresceranno con cultura italiana.
Differenze tra l’Italia e l’Inghilterra?
Le differenze con l’Italia sono molte, basta pensare che in soli tre anni abbiamo ottenuto un mutuo, abbiamo un lavoro, una figlia (la seconda in arrivo), siamo finalmente felici. Qui abbiamo trovato tutto quello che in Italia era impossibile ottenere.