Ciao, mi chiamo Massimo e sono laureato in Economia e Commercio all’Università degli Studi di Palermo; ho conseguito il dottorato di ricerca in Economia e gestione delle imprese all’Università di Deusto (Bilbao-Spagna). Esperto in politiche pubbliche e sviluppo territoriale ed in Sistemi regionali sanitari europei sostenibili, ho specializzato la mia formazione accademica in marketing all’ESADE Business School (Barcellona – Spagna).
Sono giornalista pubblicista e direttore responsabile della rivista socio-economica Ricerca & Azione. Collaboro con l’Istituto di formazione politica “Pedro Arrupe” di Palermo, i Giovani delle Acli e con diverse riviste spagnole di informazione economica e politica. Sono autore di diverse ricerche e pubblicazioni su innovazione e processi di internazionalizzazione delle PMI, economia, territorio e sviluppo regionale, competitività ed etica civica e professionale.
Quando vivevo a San Cataldo lavoravo in una società di consulenza ed ero giornalista del quotidiano La Sicilia. Sono andato via nel 2006, a febbraio, quando avevo poco meno di 26 anni perché avevo voglia di uscire, di viaggiare, di conoscere nuove prospettive o più semplicemente diverse forme di vedere e di vivere le stesse cose che facevo nella mia realtà. Avrei voluto fare quello che oggi faccio all’estero ed in un futuro non tanto remoto mi piacerebbe poter ritornare in Italia, semplicemente non avrei potuto farlo e per questo ho deciso di andare fuori nonostante avessi più di un lavoro e persone intorno a me che mi apprezzavano. Si, devo dire che le mie previsioni sono state più che soddisfatte.
Ho scelto la città di Bilbao perché ho conosciuto questa città mentre stavo terminando un Master in politiche pubbliche e sviluppo territoriale che si svolgeva a metà tra l’Italia e la Spagna. Sin da subito ho aprezzato la città, l’Università in cui mi trovavo ed il modo di fare le cose. Per questo ho deciso di restare in Spagna per perfezionare la mia formazione accademica e lavorare oggi come docente universitario e ricercatore.
In questo momento sono professore associato (full-time) di Economia alla Deusto Business School dell’Università di Deusto e professore aggregato (part-time) di economia alla Scuola Universitaria della Camera di Commercio di Bilbao (Università pubblica del Paese Basco). Coordino diversi Masters, progetti di ricerca internazionali e mi occupo delle relazioni internazionali con altre università del mondo. Sono appena stato per un mese a Doha (Qatar) per insegnare in alcuni corsi di economia e per firmare alcuni accordi di ricerca con codesta università.
Certo che mi manca la mia terra. Come dicevo prima mi farebbe piacere poter far tutte queste cose per una università del mio Paese, ma purtroppo al momento è impossibile.
A chi è rimasto a San Cataldo direi lo stesso che dicevo quando vivevo lì: il mondo è grande ed oggi non esistono scuse per darsi per sconfitti. Fate ciò che sognate di fare e se possibile fatelo nella nostra città. In caso contrario apritevi a nuove prospettive, ma non perdete mai la connessione con le radici. Quando le radici si staccano l’albero non produce più frutti.
Mi sono integrato perfettamente a Bilbao. Umanamente, professionalmente e negli ultimi anni anche mediaticamente. Sin da subito sono stato bene e oggi collaboro con diverse testate giornalistiche e televisive rispetto agli approfondimenti sui temi e le problematiche economiche, come invitato o esperto piuttosto che come giornalista. Insomma qualcosa è cambiata in questi anni.
Non ho mai avuto difficoltà ad adattarmi a questa città. La lingua è splendida e sin da subito credo addirittura di aver perso anche l’accento italiano integrandomi completamente linguisticamente. Ovviamente quando torno a San Cataldo (Natale, Pasqua ed estate) adoro scherzare e parlare in siciliano con i miei amici come non mai avevo fatto prima. È proprio quello che dicevo prima, senti le tue radici che in fondo niente e nessuno riuscirà mai a cancellare.
Mi piace la città dove vivo, in generale è una città molto pulita, con tantissimi servizi, mezzi pubblici che funzionano benissimo, un’offerta culturale enorme, c’è il mare, l’oceano, la montagna, una ricca offerta gastronomica. È veramente una città vivibile ed a misura d’uomo con poco meno di mezzo milione di abitanti.
Prima di trasferirmi già conoscevo il francese e l’inglese, avevo vissuto per qualche mese fuori dall’Italia in Canada, Francia ed Inghilterra.
Sono molto contento della vita che vivo qui, ma se avessi l’opportunità di fare lo stesso in Italia, indubbiamente sarei felice di poterlo fare lì.
In questi ultimi mesi vissuti in Qatar ho appreso un’espressione bellissima che i miei colleghi universitari utilizzavano alla fine di ogni proposta “In šāʾ Allāh” che significa “se Dio vuole”. Se Dio vuole mi vedo nel futuro facendo lo stesso di adesso con una famiglia e magari anche in Italia. Torno a dire, sono felice di quello che sto facendo adesso e penso sempre che ritornando indietro nel tempo lo rifarei senza dubitare.
Immagino i miei figli o i miei nipoti che parlano il siciliano, l’italiano e almeno altre due o tre lingue.
Il processo della globalizzazione è ormai irreversibile ed ogni giorno di più credo che, pur avendo le loro radici nella cultura e nella lingua dei propri genitori, i nostri figli saranno chiaramente dei cittadini globali capaci di relativizzare ogni assolutismo e assolutizzare il rispetto reciproco tra esseri umani di diverse culture e tradizioni.