Questi sono tempi in cui spesso mi interrogo su quale potrà essere il mio percorso di vita futura. Ho da poco ripreso in mano il mio bagaglio per le lunghe trasferte (la mia fida valigia, lo zaino e un borsone sempre uguali da tre anni) e portato il necessario per iniziare un altro semestre di vita in Germania. Ho ben chiaro cosa mi aspetta in questi mesi, ma non appena il mio programma di studi sarà concluso mi troverò alle soglie di una nuova grande scelta. Che cosa farò della mia vita da quel momento in avanti?
Ancora non lo so. Ma vi dirò anche che se suona folle, voglio provare a credere di poter trovare qualcosa che mi renda felice e mi eviti di avere rimpianti da vecchia. Se mai ci arriverò. L’ultima cosa che voglio è lasciarmi trasportare dagli eventi e accontentarmi del corso che potrà prendere la vita da sè:
La missione di ogni essere umano consiste nell’essere una forza della natura e non un grumo agitato di guai e di rancori che recrimina perché l’universo non si dedica a renderlo felice” (George Bernard Shaw)
Mai come attraverso il percorso di studi all’estero che ho intrapreso e durante le tappe della mia formazione mi sono resa conto di quanto sia importante imparare tramite l’esperienza diretta, mettersi davvero in gioco e vivere in contesti nuovi, per arrivare a conoscere non solo il mondo di cui facciamo parte, ma soprattutto ciò di cui noi in primis siamo capaci. E’ essenziale per il vostro futuro poter sviluppare una mentalità tale da farvi vedere la vostra situazione in prospettiva e aiutarvi a valutare la strada su cui proseguire il cammino.
E’ un po’ come se quando cresciamo ci venisse dato un enorme foglio di carta e una penna con cui tracciare le coordinate del mondo che ci circonda: più esploriamo quello che si trova intorno a noi, più siamo in grado di spingerci avanti e conoscere più strade lungo cui proseguire il cammino. Se invece restiamo nella nostra zona nota conosciamo sempre gli stessi confini, che finiscono col diventare anche i nostri limiti.
Come si fa a capire in che direzione andare? Vi suona nuova “segui il tuo istinto, realizza i tuoi sogni”? Chiaro, tutti sono buoni ad incitare a seguire i propri sogni: leggo continuamente blog di viaggi e articoli di gente che sprona a partire, a mollare gli ormeggi e il porto sicuro per andare oltre la propria zona di comfort, tutti punti di vista che condivido e tematiche di cui scrivo io stessa. Il punto è:
Se vuoi davvero qualcosa troverai una strada, se non la vuoi davvero troverai una scusa.” (Oscar Wilde)
Vivere ci porta ad affrontare piccole e grandi sfide quotidiane, situazioni in cui sono necessarie le nostre competenze per fare bene un lavoro, risolvere problemi, andare avanti. Nel caso migliore abbiamo la possibilità di attraversare a testa alta il mare di vicissitudini che ci presenta la vita: in ogni caso l’esperienza insegna, ma è tuttavia anche necessario rielaborarla e non lasciarsela scivolare addosso.
Sicuramente una spedizione in terra ignota può dare alla nostra mappa un contributo assai più proficuo che un pattugliamento dei soliti confini: ma ciò non significa che ora dobbiate fare le valigie e partire sul primo volo per Timbuctù. Non bisogna per forza andare lontano per mettersi alla prova. Decisioni che influenzano il nostro futuro siamo in grado di prenderle ogni singolo giorno, basta solo iniziare a guardarci intorno consapevoli di noi stessi e di cosa cerchiamo.
Questo vuole mettervi in guardia: è importante saper fare le proprie scelte e capire cosa è meglio per noi, e non una naturale conseguenza di ciò che ci troviamo a fare o dove la gente ci vedrebbe bene. Non è mai riprovevole invertire la rotta, cambiare strada, se di quella strada non siamo convinti o se ne va del nostro benessere. Ad esempio cambiare un lavoro che non ci piace, cominciare un diverso percorso di studi o adoperarci per avvicinarci a qualcosa che ci renda più felici non è sbagliato, anzi è lodevole per coraggio e tenacia.
Non fossilizzatevi sulle abitudini, sulla vostra visione delle cose, in una parola siate flessibili. La mentalità italiana ci instrada, ci inquadra e ci incastra. Finite le scuole dell’obbligo si va al lavoro o all’università, ognuno in base al fatto che sia “portato” o meno per lo studio. C’è un tempo per studiare e uno per lavorare. Finisci gli studi e trovati un lavoro. Lavora sodo e tienti stretto il posto. Ripensamenti, inversioni di rotta e deviazioni sono mal viste, fanno perdere tempo e ritardano il momento in cui potremo approdare sul mercato del lavoro, finalmente produttivi.
Non sono dell’idea che ogni singolo essere umano sul pianeta ami viaggiare, ma sicuramente ognuno di noi è mosso da determinati passioni e interessi. Il percorso che ci viene configurato in società fa sì che nella stragrande maggioranza dei casi, ci convinciamo di essere arrivati al punto in cui dobbiamo crescere e prenderci delle responsabilità. Perchè è una strada sicura, è ciò che fanno tutti, sappiamo dove porta quella strada. Il più delle volte siamo addirittura convinti che sia l’unica.
Così finiamo col credere che ciò che ci capita sia ciò che la vita vuole per noi e smettiamo di batterci per qualcosa di meglio. Perchè uno si deve accontentare, perchè non si può rischiare incoscientemente per un capriccio e perchè bisogna guardare avanti, pensare al proprio futuro (a tempi peggiori che verranno, a quando non potremo più lavorare) assicurandoci di mettere da parte fondi e risorse di cui avremo necessità una volta anziani.
Il mio consiglio è: scegliete con la vostra testa, prendetevi il vostro tempo e non smettete mai di guardarvi intorno, di cercare nuove possibilità per la vostra crescita professionale e personale. Iniziate percorsi nuovi senza il rimorso di stare buttando via questi anni di vita (diavolo, è la vostra!), solo perchè viviamo in una società che ci vuole attivi e produttivi quanto prima. Credete in voi stessi e fate in modo di non avere rimpianti quanto sarete avanti d’età: il miglior investimento che possiate fare è siete voi.
Reprinted with the permission of Fiorella from cronache di viaggi.