Mi chiamo Giusy, ho 30 anni e vivo a Landau in der Pfalz, in Germania. Ho abbandonato l’università quando ho iniziato il servizio civile e da lì in poi ho svolto vari lavori sempre poco soddisfacenti e a pessime condizioni: dalla segretaria, alla commessa, alla baby sitter, ma chi vive nel mio paese non si stupirà di questo.
Il nostro obiettivo era quello di stare insieme, non importava dove e qui finalmente ci siamo riusciti. In passato ero amareggiata per la nostra situazione lavorativa e spingevo il mio ragazzo a cercare lavoro fuori dall’Italia, sperando in un trasferimento in un Paese anglofono: ho sempre avuto voglia di imparare sul serio l’inglese.
“Ovunque ma non in Germania” gli dicevo scherzando: non per la nazione o la popolazione ma per la lingua.
Adesso mi trovo a frequentare un corso di tedesco per stranieri ed è al momento l’unico modo per imparare un po’ la lingua e per conoscere la gente. La grammatica della lingua tedesca è difficile e la pronuncia ancor di più.
I primi tempi rimanevo impietrita quando qualcuno per strada mi rivolgeva la parola o la cassiera al supermercato aggiungeva qualcosa in più ai saluti. Adesso utilizzo una frase standard “Ich spreche kein Deutsch“ (non parlo tedesco) giusto per mettere le mani avanti e scoraggiare l’interlocutore.
La mia città un po’ mi manca, ma più che la città mi manca la mia famiglia e i miei amici ma è il prezzo che dobbiamo pagare per costruirci un futuro, non avevamo alternative ma comprendo chi non si sente di allontanarsi dai propri affetti.
Sono un tipo socievole e loquace per cui mi manca la possibilità di parlare tranquillamente ed essere capita.
Vivo in una città di circa 43mila abitanti ed abito in centro, mi piacciono i parchi, il ruscello dietro casa, la gente che va in giro in bici. Trovo i tedeschi molto cordiali e disponibili ma a volte estremamente pignoli.
Hanno ritmi di vita completamente diversi dai nostri: ad esempio, i negozi qui aprono alle 9,30 e chiudono alle 19, il sabato addirittura anche prima; mentre la domenica sono assolutamente tutti fermi. Il riposo per i tedeschi è sacro! Guai a fare la lavatrice la domenica.
La lingua è l’unico ostacolo che sto affrontando, ma sono qui da soli 4 mesi e sono fiduciosa per il futuro.
Non so se un giorno tornerò a vivere in Italia, forse rimarremo qui o andremo altrove. L’idea di creare una famiglia qui ed avere figli che parlano il tedesco e l’italiano non mi dispiace.
A chi come me non trova il proprio “spazio” in Italia consiglio di provare a spostarsi! Mal che vada si può sempre tornare indietro.