Sono Philip Baglini e vivo a Londra da circa 15 anni. Sono arrivato in Uk perchè mi sentivo cresciuto mentre il mio paese non lo sentivo tale. Qui ho trovato la mia dimensione giusta, non faccio l’italiano a Londra, ovvero non cerco di imporre la mia italianità, ma di affrontare la città di Londra pensando come un inglese ma portando quella passione creativa in ogni cosa come solo un italiano potrebbe fare.
In Italia ho fatto tante cose ma le principali sono state la fisica applicata e giornalismo. Ho sempre avuto molta curiosità di capire il meccanismo che sta dietro alle cose. Il mio carattere schivo e solitario mi ha portato a studiare Fisica nucleare, ma dall’altro lato anche giornalismo, e così i due mondi apparentemente diversi tra di loro hanno trovato in me un punto comune che mi ha portato a lavorare sia come fisico al Cern sia come giornalista. La fisica entra nel particolare, studiando le particelle e il giornalismo entra nel particolare delle notizie e delle persone riportando i fatti come uno scienziato riporta i fatti che osserva. Ho sempre visto così questi due rami del sapere.
Cosa ti ha spinto ad andare all’estero?
Al dire il vero prima di andare via dall’Italia ho presentato il mio progetto, che attualmente è cresciuto a Londra, anche in Italia. Ma se devo essere sincero, e per dirla in breve, non ho trovato persone che hanno preso sul serio ciò che presentavo. Fare un giornale indipendente, creare una piccola azienda di comunicazioni e turismo, era impossibile fare, se non eri appoggiato politicamente. E io non lo ero. Ma sempre sinceramente parlando forse dentro di me non c’è mai stato quel desiderio di rimanere in Italia. Sentivo che oltre manica c’era una terra difficile ma fertile per me e le mie idee. E così è stato.
Ho sempre avuto idee chiare su cosa fare e dove farlo. L’inghilterra per me è una terra dove sento di appartenere o meglio ancora di esserci già appartenuto. E’ strano spiegarlo, come se qualche mio antenato sia partito da qui. Non ho trovato, come tanti, quell’impatto traumatico della distanza, o del cibo non buono, o di ritrovarsi da solo. Anzi se devo dire la verità… qui mi sento a casa!
Cosa ti aspettavi di trovare fuori dall’Italia?
Mi aspettavo di trovare esattamente quello che ho trovato. Spesso noi ci facciamo delle aspettative, ma credo che alla fine bisogna crear noi stessi delle opportunità affinchè diventino, appunto, aspettative.
In Inghilterra ho fondato una piccola azienda di comunicazioni e servizi turistici. Dirigo “Italoeuropeo”: un magazine indipendente che ho ideato in Italia, ma nato ed evoluto a Londra. E’ in due lingue, italiano e inglese con news, approfondimenti, curiosità e scienza. Qui poi ho realizzato la radio degli italiani a Londra “LondonONEradio” dove cerchiamo di educare le persone a cosa è Londra e promuoviamo solo giovani talenti musicali da tutto il mondo. L’ultima parte è dedicata al turismo, organizziamo Tour a Londra e fuori Londra. Permettetemi di ringraziare il mio piccolo team ma fondamentale.
Quali sono state le difficoltà iniziali e come le hai superate?
In una città come Londra ci sono sempre delle difficoltà, ogni giorno! E’ una città dove bisogna stare attenti a dove si mettono i piedi, soprattutto se si è imprenditori, piccoli o grandi non ha importanza. E’ una città meravigliosa e proprio per questo pericolosa, ci sono molte possibilità, a Londra si può fare tutto e di più, c’è il mondo in un città e per questo le difficoltà sono sempre dietro l’angolo. Le ho superate e le supero restando concentrato, impegnandomi quotidianamente, portando la creatività dell’italiano e la passione in quello che faccio ma con metodo inglese, ovvero seguendo le regole, rispettandole.
Ti senti integrato nella tua nuova realtà?
Si benissimo. Vivo in un quartiere portoghese, di londinesi ce ne saranno circa il 10%, è un posto tranquillo, vicino alla zona centrale; ormai sono 5 anni che vivo qui. Il resto degli anni sono stato un po’ uno zingaro per la città e questo mi ha permesso di abitare in quasi tutta Londra.
Cosa diresti a chi è rimasto nella tua città natale e quali consigli a chi vuol vivere fuori dall’Italia?
Non so se sono la persona giusta per dare consigli. Direi che sia chi parte o chi resta fa sempre una scelta, e sono entrambe coraggiose. Se uno ha qualcosa da esprimere può farlo anche in Italia, ma deve essere consapevole che all’estero ci vogliono pochi mesi per realizzarsi o un anno… in Italia potrebbe volerci una vita intera. All’estero, almeno, in Uk c’è più meritocrazia. All’estero ti scontri e incontri con il mondo, ti è permesso di portare il tuo mondo e farlo conoscere. All’estero in certi casi ti è permesso volare, in Italia spesso si fa fatica pure a camminare. Concludo dicendo che alla fine ognuno sa cosa deve fare e dove e come deve essere fatto e che ogni giono sia un progetto nuovo, questo è il segreto del successo credo.
Pensi mai di rientrare in Italia?
Mai dire mai e mai dire per sempre, ma farò di tutto per rimandare a domani il mio rientro…
Come e dove ti immagini in futuro?
Se lo sapessi sarei un indovino. Il mio futuro è tra un’ora, non faccio mai progetti lunghi almeno in questa fase della mia crescita. Cerco di lavorare e far crescere ciò in cui credo. Il futuro è un po’ come il passato: se ci pensi troppo perdi di vista il presente.
Immagini i tuoi figli e nipoti che parlano una lingua straniera anziché l’italiano?
Immagino i miei figli bilingue e con doppia nazionalità come il padre… 🙂
Differenze tra l’Italia e l’Inghilterra?
Le differenze sono moltissime, culturali, linguistiche, qui si viaggia a destra anziché a sinistra ecc… ma forse la vera differenza è che qui ti fanno sentire qualcuno, ti fanno sentire parte del Paese, te lo fanno conquistare.
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