Dicono che quando cominci a sognare o contare in un’altra lingua allora farà parte di te per tutta la tua vita, io alla faccia di Salvini canto l’inno e tifo Italia ai mondiali, non vivo senza il caffè italiano e delle volte me lo porto all’estero, ascolto De Andrè e Battisti, infine la pizza almeno una volta alla settimana è un must……insomma vuoi o non vuoi una gran parte di me è italiana!
Vi racconto… mi chiamo Saif Wady sono giordano di origini palestinesi, nato ad Alessandria d’Egitto. Arrivai in Italia circa 14 anni fa, dopo aver presentato una domanda per una borsa di studio in un programma di collaborazione tra le autorità palestinesi e il Ministero degli Affari Esteri. Ma grazie alla burocrazia di entrambi i Paesi passa il tempo (circa un anno e mezzo) e dimentico di aver fatto la domanda. All’improvviso ricevo una chiamata da parte dell’ambasciata italiana ad Amman in cui mi informano che ho vinto la borsa e che dovrei partire entro cinque giorni, decido di accettare la sfida e realizzare il sogno di andare a vivere in Italia, un Paese che mi piaceva da bambino per il calcio, il cibo, la lingua e soprattutto le belle donne (guardavo la tv italiana tramite il satellite).
Come prima tappa mi sono iscritto per due mesi all’Università d’italiano per gli stranieri a Perugia dove tra la pronuncia di gli e gn (ancora faccio fatica a pronunciarli bene) e la lotta per comprendere la coppia congiuntivo e condizionale imparo un po’ d’italiano grazie soprattutto ai miei ex coinquilini. Dopodiché mi trasferisco a Roma, un museo a cielo aperto, dove scopro la grande bellezza di una città incantevole, studio regia e lavoro come corrispondente sportivo per un giornale giordano (specializzato in calcio italiano) e mi innamoro della Magica Roma, la squadra del mio cuor.
Terminato il diploma a Roma, dopo aver scoperto che si trattava di diploma universitario e non di una laurea, decido di trasferirmi a Bologna scegliendo la facoltà di scienze politiche (Relazioni Internazionali), terminato il mio contratto con il giornale giordano trovo un lavoro inizialmente come cameriere in un ristorante palestinese poi in una pizzeria italiana, lavoravo sempre nei weekend e spesso durante i mesi di dicembre e agosto. Ho cominciato a fare l’interprete di lingua araba in Tribunale circa 7 anni fa, nel frattempo ho conseguito due master in Gestione delle Risorse Umane e in International Business Development, attualmente collaboro con varie società per promuovere i prodotti italiani all’estero (soprattutto in medio oriente).
Dopo la mia esperienza penso che la chiave dell’integrazione sia imparare la lingua e la cultura italiana per capire la mentalità degli italiani, se devo dare un giudizio non credo che gli italiani in linea generale sono dei razzisti bensì tendono ad aver dei pregiudizi nell’accettare l’“altro” (unico episodio di razzismo puro l’ho vissuto a Padova dove sull’autobus controllavano esclusivamente gli stranieri). Il mio consiglio agli stranieri: il primo approccio fallo tu, sciogli il ghiaccio e vedrai che gli italiani ti accetteranno. Alcuni negli ultimi anni cercano di versare la loro rabbia per motivi attinenti alla crisi economica e sociale sugli stranieri senza rendersi conto che quest’ultimi sono una risorsa e una ricchezza sia a livello economico (rapporto bassa età-alti contributi) sia a livello culturale e sociale e linguistico.
Credo anche che la questione “Immigrazione” è semplicemente recente in Italia a differenza di altri Paesi come la Germania o la Francia dove gli stranieri fanno tutti i tipi di lavoro: da autisti d’autobus a impiegati in aeroporto e persino ministri al governo, ciò che non vedo purtroppo attualmente in Italia. Quindi spero sia soltanto una questione di tempo che con le prossime generazioni cambierà.
Dopo tutti questi anni qui continuo a seguire le notizie del mio Paese d’origine, mangio almeno una volta alla settimana del nostro cibo tradizionale, vado a trovare i genitori (oppure vengono loro) per tre settimane all’anno.